Il sito “Sacri Monti” o “Sacri Monti di Piemonte e Lombardia” consiste in una serie di nove complessi separati situati sulle montagne del nord Italia (Varallo, Crea, Orta, Varese, Oropa, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Valperga). Questi complessi comprendono numerose cappelle e altri manufatti architettonici, realizzati tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo e dedicati a differenti aspetti della fede cristiana.
Il fenomeno dei Sacri Monti è iniziato a cavallo tra il XV e il XVI secolo con lo scopo di creare luoghi di preghiera in Europa in alternativa alla Terra Santa (Gerusalemme e Palestina). A quel tempo, l’accesso alla Terra Santa era diventato sempre più difficile per i pellegrini a causa della rapida espansione della cultura musulmana. Inizialmente, erano state proposte tre località diverse per la “Nuova Gerusalemme”: Varallo in Valsesia, Montaione in Toscana e Braga nel Portogallo settentrionale. Le località erano state selezionate sulla base della somiglianza della topografia con la Terra Santa. Questo fenomeno ha avuto origine soprattutto dopo il Concilio di Trento, quando la Chiesa adottò il ruolo supplementare di combattere l’influenza della Riforma Protestante.
Il primo esempio di questo fenomeno in Italia fu il Sacro Monte di Varallo, nel 1480. Sostenuto dal Vescovo di Milano e seguendo le idee sviluppate dal Concilio di Trento, divenne un modello per gli altri Sacri Monti che gli succedettero e venne dedicato non solo a Cristo ma anche ai culti dedicati alla Vergine Maria, ai santi, alla Trinità e i Misteri del Rosario. Ogni “sacro monte” ha cominciato con alcune regole fondamentali e con degli standard relativi alla tipologia e allo stile architettonico, ma si è evoluto con le sue stesse arte e architettura uniche. Ognuno ha un tema o un ruolo distintivo. Ad Orta, per esempio, il complesso è dedicato a San Francesco d’Assisi con 21 cappelle e un giardino, in una disposizione rimasta sostanzialmente invariata dal XVI secolo.
Il Sacro Monte della Beata Vergine del Soccorso a Ossuccio contiene 14 cappelle in stile barocco sul pendio di una montagna che conduce a un santuario sulla cima. All’inizio del XVIII secolo un monaco, Michelangelo da Montiglio, sviluppò il Sacro Monte di Belmonte, Valperga Canavese, per ricreare i siti biblici della Terra Santa con un ciclo di 13 cappelle che simboleggiano i principali episodi della Passione.
In tutti i Sacri Monti hanno operato i maggiori artisti piemontesi e lombardi del periodo, con pitture e sculture raffiguranti gli episodi più edificanti della vita di Gesù, Maria o dei santi, realizzando così un notevole patrimonio artistico.